Implantologia
L’impianto è una vite in titanio, di forma simile a quella di una radice dentaria, in grado di sostituire funzionalmente ed esteticamente il dente mancante.
Viene inserito nel mascellare superiore o nella mandibola con un intervento in anestesia locale. Durante la guarigione le cellule ossee migrano a colonizzare la superficie dell’impianto (il titanio e le bio-ceramiche sono gli unici materiali che non innescano una reazione anticorpale con conseguente rigetto) e tale processo viene definito osteo-integrazione (generalmente si completa nell’arco di 3 mesi).
In base al quadro clinico è possibile inserire uno o più impianti creando le cosiddette “radici artificiali” per l’applicazione di una corona singola o di un ponte in base al numero di denti mancanti.
Gli impianti possono anche rappresentare un’ottima strategia di trattamento nei pazienti totalmente edentuli (vedi “Implantologia a carico immediato”).
Di solito trascorrono tre mesi dall’inserimento chirurgico dell’impianto al momento in cui viene applicata la protesi sull’impianto stesso. In alcune condizioni tuttavia l’impianto può essere protesizzato con una corona immediatamente.
Sarà il chirurgo a decidere se ci sono le condizioni per il carico immediato (corona inserita nell’arco di 24-48 ore) o se conviene aspettare ed inserire la corona dopo 3 mesi dall’inserimento dell’impianto (carico ritardato).
Queste terapie hanno un’elevata predicibilità ma vi sono anche controindicazioni assolute o relative che vanno adeguatamente valutate caso per caso. Queste controindicazioni possono riguardare la quantità di osso disponibile (che può comunque essere incrementato con l’utilizzo di tecniche “rigenerative”), la presenza di malattie croniche o degenerative così come l’utilizzo cronico di certi farmaci che limitano l’uso di impianti o ancora certe abitudini come ad esempio il fumo che riduce sensibilmente la percentuale di successo.
I vantaggi dell’implantologia sono molteplici:
- Sostituzione di un dente mancante compreso fra due denti naturali senza doverli ricoprire per sostenere un ponte con un evidente risparmio biologico di tessuto dentale.
- Possibilità di realizzare una protesi fissa in una parte della bocca dove non esistono più denti naturali utilizzando gli impianti a sostegno del ponte fisso.
- Ripristinare una dentatura fissa su impianti in alternativa alla protesi mobile in una bocca dove non esiste più una dentatura naturale.
Caso 1
Trauma con perdita di incisivo centrale e laterale di destra. Riabilitazione con due impianti e corone in ceramica sugli impianti e sull’incisivo centrale di sinistra.
Caso 2
Perdita di quattro incisivi superiori per malattia parodontale. Sostituzione con due impianti e ponte di quattro denti sugli impianti.
Caso 3
Sostituzione di primo molare superiore con ricostruzione ossea, rialzo di seno e impianto osteointegrato.
Caso 4
Riabilitazione del settore frontale superiore con quattro impianti e ponte di sei elementi in zirconia/ceramica.
Implanto-protesi a funzione immediata
I pazienti completamente edentuli o con denti compromessi da non poter essere impiegati come supporto per protesi fisse possono recuperare la funzione masticatoria con l’inserimento di quattro impianti che vengono protesizzati nell’arco di 48 ore secondo la metodica del “Columbus Bridge Protocol”.
Grazie a questa metodica abbiamo riabilitato più di 100 pazienti con protesi fisse a carico immediato che altrimenti sarebbero stati costretti a ricorrere ad una protesi totale mobile.
Questa tecnica permette, in un arco di tempo molto limitato, di restituire il sorriso al paziente favorendo l’immediato recupero della funzione masticatoria, dell’estetica ed il recupero delle normali attività legate alla vita di relazione umana e professionale.
L’intervento viene eseguito in sedazione cosciente con la collaborazione di un medico anestesista; ciò fornisce un maggiore confort al paziente, un attento monitoraggio clinico durante l’intervento ed un miglior decorso nell’immediato post-operatorio.
Caso 1
Riabilitazione di entrambe le arcate su impianti. Situazione anatomica caratterizzata da carenza di osso che renderebbe critica la riabilitazione tradizionale con protesi mobili.
N.B. La 3° foto evidenzia le zone di emergenza degli impianti che devono essere pulite dal paziente per il mantenimento nel tempo. Tali zone sono comunque coperte dai tessuti molli, per cui non visibili nel sorriso (vedi 4° foto)
Caso 2
Riabilitazione impiantare con carico immediato arcata inferiore e protesi totale mobile superiore. Ripristino dei normali rapporti tra arcata superiore e inferiore.
Caso 3
Estrazione dei denti residui dell’arcata inferiore e sostituzione con quattro impianti e undici denti fissi avvitati sugli impianti.
Caso 4
Paziente giovane con malattia parodontale rapidamente progressiva tale da comportare l’estrazione di tutti i denti dell’arcata superiore e riabilitazione fissa avvitata su quattro impianti con consegna in 48 ore.