L’usura è legata alla masticazione e determina delle lievi abrasioni. Le persone che soffrono di bruxismo e/o serramento hanno abrasioni molto più marcate che determinano nel tempo un progressivo consumo dello smalto. Dopo diversi anni i denti appaiono più piccoli perdendo inoltre la forma originaria. Per contenere il fenomeno dell’usura può essere utile un bite protettivo.
Il fenomeno del rigetto inteso in senso letterale non esiste. Esiste il fenomeno della mancata osteo-integrazione legata ad una infezione. Per ridurre l’incidenza di queste infezioni si somministrano antibiotici durante gli interventi di implantologia.
Un impianto ben integrato nell’osso può durare tutta la vita. La corona che viene avvitata o cementata sull’impianto potrebbe dover essere sostituita dopo 8-10 anni così come avviene per le corone sui denti naturali. La ceramica od il composito delle corone sono soggetti ad usura a causa dei normali processi di masticazione.
In pazienti in buona salute e senza particolari patologie è preferibile impiegare impianti per sostituire uno o più denti. In caso di carenza di osso od in presenza di gravi patologie sistemiche, si eviterà l’implantologia e si opterà per ponti fissi od apparecchi rimovibili.
L’analgesia sedativa è un procedimento di rilassamento del paziente ansioso che si avvale dell’uso di una miscela di ossigeno ed azoto. Il protossido d’azoto è un gas che, a determinate concentrazioni specifiche per ogni paziente, determina una riduzione dell’ansia, un rilassamento generale del corpo ed una diminuzione della percezione degli stimoli dolorosi.
E’ una metodica tecnologicamente avanzata che, gestita e progettata da ortodontisti esperti, permette al paziente di riallineare i denti con l’uso di allineatori trasparenti. Sono apparecchi leggeri e invisibili, rimovibili durante i pasti.
Si chiama “ponte” la struttura che si utilizza per sostituire in modo fisso uno o più denti mancanti nella bocca. Come il ponte sul fiume necessita di almeno 2 pilastri di sostegno, in questo caso si limeranno (cioè si riducono dimensionalmente) i denti anteriore e posteriore rispetto alla zona edentula. Questi denti pilastro del ponte verranno ricoperti con corone (capsule) collegate fra loro dai denti finti che sostituiscono quelli mancanti.
Sì, esistono diversi tipi di trattamenti invisibili o molto poco visibili:
- l’ortodonzia linguale ,ad esempio, è un trattamento invisibile perché applica le apparecchiature sul lato interno dei denti.
- l’ortodonzia con allineatori è scarsamente visibile perché effettuata con apparecchiature mobili trasparenti
- l’ortodonzia fissa può essere meno visibile se si applicano apparecchiature in ceramica o simili oppure se si inizia la terapia dai denti posteriori.
E’ consigliabile una visita di approccio già dall’età di 2/3 anni. In questo modo il giovane paziente comincerà a vedere l’ambulatorio dentistico, il dentista e le assistenti come figure familiari. Un altro aspetto fondamentale per creare un clima di fiducia e di collaborazione fra bambino/a e dentista è di programmare la prima visita quando non c’è alcun problema di dolore per evitare che si crei l’associazione dentista-terapia-dolore.
Il dentifricio consigliato per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni di età, è un dentifricio fluorato con almeno 1000 ppm (parti per milione) di fluoro dichiarato sulla confezione 2 volte al giorno.
Le sigillature sono “vernici” protettive che vengono “pennellate” sui solchi occlusali dei denti posteriori in modo da ridurre l’accumulo di placca e l’incidenza della carie su questi solchi che i bambini fanno fatica a spazzolare correttamente.
Si, è necessario curarli, perché il dente da latte è importante per mantenere lo spazio in arcata per il futuro dente permanente.
Una carie iniziale è quasi sempre asintomatica anche per lunghi periodi (1-2 anni). Per questo motivo è importante fare regolari visite di controllo e radiografie una volta l’anno. Le carie molto piccole ed interdentali possono essere viste solo attraverso radiografie che mettono in evidenza una riduzione della mineralizzazione di smalto e dentina.
Un dente molto cariato e sintomatico può fare male anche per molti giorni dopo il completamento della devitalizzazione. Talvolta anche un dente non infiammato può fare male per alcuni giorni dopo la cura canalare. Questo dolore è dovuto ad una infiammazione che si crea nella zona dell’apice radicolare che si riassorbe spontaneamente col passare dei giorni. In questi casi può essere raccomandabile l’assunzione di antidolorifici.
Con la crescita possono sistemarsi lievi problemi di affollamento dentale ma una malocclusione deve essere trattata tempestivamente. In molti casi un trattamento precoce riduce i tempi terapeutici e rende possibili correzioni altrimenti molto difficili se cominciate dopo i 10-12 anni.
L’igiene non causa mai danni a denti o gengive se fatta correttamente e da operatori preparati. Ogni paziente, in base al suo livello di igiene domiciliare, avrà bisogno di 1 o più sedute di igiene in un anno. I pazienti con patologia parodontale (piorrea) fanno l’igiene anche 4 volte l’anno.
Gli antibiotici servono per curare l’ascesso parodontale che significa malattia parodontale in fase acuta con gonfiore, arrossamento dei tessuti e dolore intenso. Terminata la fase acuta, risolta con l’uso degli antibiotici, va attuato un piano di terapia parodontale specifico per curare la malattia e per evitare che il susseguirsi degli ascessi determinani la caduta dei denti.
La malattia parodontale si previene facendo regolari sedute di igiene fin dalla giovane età. Con la crescita alcuni pazienti possono presentare una maggiore predisposizione alla malattia parodontale ed in questo caso verranno fatte sedute di igiene con maggiore frequenza e nei casi più gravi interventi parodontali.
In caso di denti posteriori, se il paziente accetta di masticare un po’ peggio per qualche mese, si può evitare di fare dei provvisori rimovibili (in questo caso si riduce anche il costo della terapia) e si fa direttamente la corona definitiva dopo 3 mesi dall’inserimento dell’impianto. In caso di denti anteriori, essendoci una problematica estetica legata al sorriso, andrà fatto un provvisorio che potrà essere fisso o mobile in base alle caratteristiche dei denti presenti.
Si, con gli impianti si può masticare qualsiasi cosa senza problemi facendo particolare attenzione ai cibi molto duri. Il rischio è che, non essendo gli impianti innervati come le radici dei denti naturali, una persona che ha impianti sia all’arcata superiore che inferiore mastichi cibi durissimi senza avvertire il minimo fastidio o dolore. Questo potrebbe provocare la frattura delle corone in ceramica o composito. Questi problemi si evitano facilmente facendo attenzione a non masticare cibi troppo compatti.
Si, questa tecnica si chiama “impianto post-estrattivo immediato”. Quando è possibile, è sempre meglio inserire l’impianto nella stessa seduta dell’estrazione. In questo modo l’impianto beneficia dei fenomeni di rigenerazione ossea che spontaneamente si verificano dopo l’estrazione di un dente. Si abbreviano i tempi di guarigione e più rapidamente il paziente riprende a masticare nella zona dove è stato estratto il dente.
Dipende fondamentalmente dal tipo di procedura eseguita. Gli sbiancanti da banco hanno una durata limitata nel tempo proprio perché utilizzati direttamente dal paziente senza la supervisione di un operatore. Gli sbiancamenti professionali (cioè eseguiti sotto controllo medico in studio e/o domiciliarmente) hanno durata di molti anni a seconda della tecnica utilizzata e delle caratteristiche dei denti sui quali vengono eseguiti. Sbiancamenti in studio utilizzano tecniche professionali di qualità mediante lampade fotoattivanti che spesso non necessitano di ulteriori reinterventi negli anni.
Assolutamente No. Lo sbiancante agisce esclusivamente sul dente e non sulle otturazioni presenti o sulle corone. Il paziente infatti va sempre avvisato che, a seguito della procedura, “potrebbe” essere necessario rifare le vecchie otturazioni sui denti anteriori che potranno risultare “più gialle”.
La devitalizzazione va sempre provata se le radici del dente in questione sono abbastanza lunghe e non presentano microfratture. Si opterà per l’estrazione se le radici residue non danno garanzia di durata nel tempo. In quel caso si inserirà un impianto.
Il granuloma è una infiammazione cronica che si forma all’apice delle radici ed è dovuta a batteri presenti all’interno dei canali radicolari. La devitalizzazione, rimuovendo i batteri, determina la scomparsa graduale del granuloma.
I denti del giudizio possono provocare un peggioramento dell’affollamento posteriore. Difficilmente hanno la forza di determinare un affollamento anteriore (incisivi accavallati).
L’età migliore per estrarre i denti del giudizio, qualora si ravvisi la tendenza ad un affollamento posteriore per notevole mancanza di spazio, va dai 14 ai 17 anni di età. Questa età è comunque soggetta a variazione in base allo sviluppo scheletrico e dentale del paziente. La radiografia panoramica eseguita all’età di 14 anni ci dà una prima indicazione di quella che sarà l’evoluzione perché ci permette di verificare contemporaneamente lo sviluppo dentale e lo sviluppo scheletrico e di dare quindi una prima indicazione operativa.
La corona provvisoria si lascia in bocca il tempo necessario ad ottenere una adeguata guarigione sia del dente che dei tessuti. Questo tempo varia in relazione alle terapie che sono state eseguite.
La scelta dipende dalle esigenze di ogni paziente. La protesi mobile è più economica e veloce da eseguire ma sicuramente meno confortevole. La protesi fissa richiede tempi più lunghi, costi maggiori, ma è decisamente preferita per il confort dalla maggioranza dei pazienti.