Il paziente diabetico

Malattia che colpisce il 5% della popolazione italiana. Leggera prevalenza nel sesso femminile.

Alcuni fattori di rischio, collegati allo stile di vita, possono favorire l’insorgenza della malattia.
Dieta ipercalorica
Scarsa attività fisica
Fumo
Stress
Alcool
La malattia parodontale pare stia diventando il sesto fattore di rischio a sottolineare la stretta correlazione fra queste due patologie.
Terapia di primo livello consiste nella dieta ed attività fisica. In particolare l’attività fisica anche intensa (agonismo e sport di endurance) aumenta la sensibilità all’insulina. Ci sono atleti di alto livello, affetti da Diabete tipo 1, che al top dello sforzo fisico (gare) non fanno insulina.
Terapia di secondo livello: ipoglicemizzanti orali (metformina) che agiscono inducendo un aumentato trofismo cellulare (soprattutto a livello del tessuto muscolare). Se gli ipoglicemizzanti orali non sono sufficienti si passa alla somministrazione di insulina.

Diabete e cavo orale
I bambini affetti da Diabete tipo 1 presentano un maggiore accumulo di placca, maggiore infiammazione gengivale e permuta precoce rispetto ai bambini non diabetici. Per quanto riguarda l’incidenza della carie la xerostomia (assenza o riduzione nella produzione di saliva) porterebbe ad una minore presenza di perossidasi salivari (azione antibatterica) con conseguente maggiore facilità a contrarre la carie.
Nell’adulto, l’odontoiatra può svolgere un importante ruolo di intercettazione dei pazienti a rischio per diabete. Il riscontro di xerostomia (sindrome della bocca bruciante), carie diffusa (al colletto), candidosi (cheilite angolare, candidosi del dorso della lingua), lichen planus e parodontite può rappresentare un campanello d’allarme per un rischio di diabete e quindi si consiglia l’invio al medico curante per una valutazione approfondita del caso.
Se un paziente presenta un 26% o più di siti parodontali con profondità di tasca ≥ 5 mm e perdita di almeno 4 denti (esclusi gli ottavi) si consiglia l’esecuzione del test per l’emoglobina glicata.
Se il paziente sa di essere diabetico sarà importante riferire al dentista ogni particolare relativo alla malattia perché la correlazione con la malattia parodontale è molto stretta.
Terapia medica consigliata
La profilassi antibiotica (amoxicillina e acido clavulanico) deve essere fatta in caso di chirurgia implantare od estrattiva.
Terapia aggiuntiva consigliata riguarda l’assunzione di Arnica 30 gocce al dì per 10 giorni cominciando 3 g. prima dell’intervento per ridurre l’edema post-operatorio.
Wobenzym vital (integratore per tessuto osseo, cartilagini e muscoli) a base bromelina, papaina, tripsina, chimotripsina, vitamina c, d e vitis vinifera. Due compresse 2 volte al dì (lontano dai pasti) per 7 giorni.
Ibuprofene come antidolorifico.
La chirurgia deve essere sempre fatta nelle prime ore del mattino (dopo colazione per evitare ipoglicemia).
Il paziente, prima di un intervento lungo o stressante, deve prima misurare la glicemia e se i valori sono superiori a 250 mg/dl l’intervento deve essere rimandato.
Il paziente non deve aspettare in sala d’attesa per non incrementare lo stress e deve portarsi dietro il suo kit per FPG. Il rischio più grave è la crisi ipoglicemica che va contrastata con zucchero in polvere o succhi di frutta.
Nel post-operatorio l’apporto calorico deve rimanere lo stesso, cambiare solo la consistenza dei cibi. Controindicato assumere cortisone per controllare eventuale edema post-operatorio.